martedì 19 febbraio 2013

[Anteprima] GRENDEL: bianco, nero & rosso (sangue)




Alle volte capita.
Senza sapere esattamente come, ci si ritrova in luoghi che conosciamo già, che conoscevamo tanto tempo fa. E quando ci mettiamo comodi, tutto ridiventa familiare, ed è piacevole, un po’ come quando si torna a casa dopo essere stati via a lungo.
Strano a dirsi, ma è l’effetto che mi ha fatto riprendere in mano un fumetto di GRENDEL.
Ma andiamo con ordine.
Perché magari non tutti conoscono il personaggio creato quasi trent’anni fa da Matt Wagner per la vecchia (e da tempo defunta) casa editrice Comico e vale la pena fare un po’ di storia. Wagner, allora ventenne, ideò uno dei primi antieroi del fumetto americano. E con antieroe non intendo un affascinante tenebroso dal passato oscuro, ma un vero figlio di puttana sanguinario. Un assassino che doveva la sua esistenza alla curiosità del suo autore che si ispirò, tra le altre cose, al Diabolik nostrano. Wagner scrisse e disegnò interamente i primi capitoli di quella che era destinata a diventare una saga incredibile e dalla vita editoriale complessa e affascinante. E lo fece usando uno stile di disegno con il quale, per sua stessa ammissione, cercava di rifarsi ai manga giapponesi (che all’epoca erano roba rara e strana, negli Stati Uniti) ma non era “abbastanza bravo” (parole sue, più o meno) e non fu molto soddisfatto del risultato.
Sulfureo
Tanto che qualche anno dopo, riprese il personaggio di Hunter Rose e del suo letale alter ego mascherato, rinnegando le storie originali, che da allora nessuno ha mai più visto, e ripartendo con un racconto che gettava le basi per il salto di qualità e il passaggio a serie regolare che valsero diverse nomination agli Eisner Awards.
Poi fu la volta del passaggio alla Dark Horse, dove videro la luce una serie di storie scritte da Wagner e altri sceneggiatori, gente del calibro di Steven T. Seagle e Darko Macan, e disegnate da un numero incredibile di artisti straordinari: da Tim Sale al mai troppo compianto Edvin Biukovic, da Duncan Fegredo a Jill Thompson e Ashley Wood.
Negli anni, il personaggio di GRENDEL si è evoluto sempre, divenendo un concetto, un sanguinario avatar capace di trascendere spazio e tempo ed essere il protagonista di storie di ambientazione fantascientifica o contemporanea, senza mai venire meno alla sua natura sanguinaria e guerriera.

La storia di GRENDEL è disseminata di ristampe, rifacimenti e revisioni dell’autore che ha visto crescere il suo personaggio insieme alle sue capacità, già straordinarie fin dal’inizio, di narratore. Wagner è un autore completo di rara efficacia. Il suo segno, rivisto oggi, sembra anticipare quello di Eduardo Risso e rimane moderno nella sua linea chiara, nell’amore per il liberty e l’art deco con cui compone pagine dove la china sembra scorrere con una morbidezza che il rosso sangue spezza ed esalta allo stesso tempo. Sono tante le double spread che portano spesso l’occhio del lettore a scorrere orizzontalmente lungo le lame gemelle dell’arma di GRENDEL, ma non si ha mai la sensazione che siano troppe. Uno storytelling efficace ancora oggi regge una storia che sa affascinare anche dopo tanti anni dalla sua stesura, pieno com’è di spunti visivi capaci, alle volte, di stupire. Come in una incredibile anticipazione che tanto ricorda una scena di Kill Bill 1: nel leggerla non ho potuto fare a meno di pensare che Quentin Tarantino l’avesse presa come ispirazione per girare la scena di O-Ren Ishii al tavolo dei capi Yakuza.

Provate a dire il contrario...

Sì, perché finalmente GRENDEL avrà un’edizione completa anche in Italia. Partendo dall’ottima Omnibus Collection di Dark Horse, Panini Comics inizia a pubblicare la saga di Matt Wagner dando alle stampe i due volumi GRENDEL 0 - Il Diavolo nelle Azioni e GRENDEL 1 - Ecco il Diavolo, disponibili a partire dal 21 febbraio e che ho avuto il piacere e il modo di (ri)leggere in [Anteprima] grazie alla copia che l’editore mi ha fatto avere.
(e che mi permette di lanciare una piccola, nuova rubrica, cosa che non mi dispiace affatto)
I volumi previsti per completare l’edizione nostrana sono dieci ed usciranno a intervalli regolari di 3/4 mesi. Siete avvisati.


Non posso che consigliarne l’acquisto, gente. Sono abbastanza attempato da poter vantare un passato da lettore di GRENDEL e la competenza sufficiente per affermare che vale assolutamente l’acquisto. E vi lascio con un breve aneddoto grendeliano.
Il luogo: una delle mie prima Lucca Comics.
Il tempo: forse il 1993, o giù di lì.
Lo stand: chisseloricordapiùormai.
L’oggetto: una maschera di GRENDEL, che sono pure abbastanza sicuro di aver comprato e non so più che fine abbia fatto.
C’ero già dentro a piedi pari, qualcuno potrebbe dire, ma vi garantisco che allora, come oggi, era il personaggio di Matt Wagner ad affascinarmi.
Credo capiterà anche a voi.
Di essere affascinati. Il resto mi sa di no.

(Un ringraziamento speciale ad Antonio Solinas, amico, esperto di fumetti e grande conoscitore della saga Grendeliana che, insieme a Nicola Peruzzi, ne cura l’edizione italiana.)

4 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Matt aveva ragione : il suo tratto di implume ventenne è imbarazzante. Il suo segno migliora al tempo di Mage ( che ha il merito di aver lanciato , seppure "solo " come inker, il talento di Sam Kieth ), ma è , a mio avviso, nei team up anni novanta con Bats
( tradotti in un unico volume da Planeta dopo che il secondo era stato presentato al pubblico italiano dalla Phoenix di Brolli ) e nella famosa Legend of the Dark Knight " Faces " che Matt raggiunge la eccellenza, prendendo a piene mani da Alex Toth e da David Mazzucchelli e con un occhio alla estetica del Mister X di Dean Motter/AAVV. Immagino che qualcuno lo abbia sequestrato e gli abbia infilato la manina in una pressa, come in un fumetto di Dick Tracy, perchè è peggiorato in Trinity e precipitato a livelli quasi come quelli del suo Demon del 1987 ( un goffo tentativo di rifare Ron Frenz che tenta di rifare Steve Ditko ) nella run di dodici episodi in cui rilegge il primo anno di vita di Bats alla prese con monaci pazzi ed altre piacevolezze. Resta uno sceneggiatore intelligente e colto a cui dobbiamo anche il notevole Sandman Mystery Theatre. E' una bella notizia la proposta grendelica organica paninica. Il 2013 comincia nel migliore dei modi.

Anonimo ha detto...

Io ho alcuni vecchi albi della Star con storie di Grendel, ma a colori? Come mai? La colorazione era postuma? So che era una pratica in voga quando io ero ancora uno spermatozoo. Eheh!

CREPASCOLO ha detto...

@MMS
probabilmente ti riferisci agli ultimi quattro numeri di Starmagazine prima serie ( dopo la perdita dei personaggi Marvel, la Star Comics continuò per un annetto con personaggi Malibu come Rune e Sludge e le ultime creature di Byrne per la Dark Horse ed infine propose i primi quattro numeri di The Maxx, la mini di Babe e quattro storie di Grendel con cover di Bisley ed i disegni di Pat McEown - si tratta di Grendel - Devil in the Desert, una storia, se non ricordo male pubblicata dalla Dark Horse e rimasta incompleta).
Star scelse insomma di cominciare a proporre il personaggio da un punto ics, saltando storie considerate datate.
I nn sono 54-57, data di pubblicazione marzo/giugno 1995. Erano a colori anche negli USA.

Anonimo ha detto...

Confermo. :P
C'è anche il bellissimo The Maxx.
Grazie mille.